Abbiamo già parlato di Smart Working, questa modalità “intelligente” e agile di lavorare che dovrebbe permetterci di ottimizzare il nostro tempo, massimizzando i risultati.
Oggi voglio parlare di un caso aziendale importante, quello di WINDTRE, azienda che ha da poco siglato un accordo con i sindacati. In questo accordo, di cui si è parlato molto sui media nelle ultime settimane, sono state decise le linee guida per lo smart working in prospettiva della fase post-emergenziale. Il tutto con lo scopo di delineare un modello organizzativo innovativo, flessibile, e funzionale a garantire livelli di qualità e produttività elevati.
Questa modalità di lavoro più sostenibile, dovrebbe facilitare ulteriormente l’equilibrio tra vita privata e lavorativa, uno dei principali vantaggi dello smart working.
L’intesa prevede la più elevata flessibilità nell’alternanza tra sedi di lavoro o altri luoghi e verrà applicata da aprile 2021 a tutti i dipendenti la cui attività può essere svolta da remoto, compresi gli addetti al customer care. Il termine è previsto per marzo 2022.
I giorni di smart working potranno essere richiesti dai lavoratori volontariamente, senza vincoli in termini di ampiezza minima o massima, e verranno identificate con il proprio responsabile le eventuali giornate in cui recarsi in ufficio. Questo per stimolare comunque l’interazione sociale e relazionale, fondamentale per la crescita professionale.
Cosa significa per i dipendenti in termini di qualità della vita? Riuscire ad accompagnare i figli a scuola? Non dover passare ore in macchina nel traffico? Avere più tempo da passare con i propri cari o da dedicare alle proprie passioni?
L’azienda ha puntato sul miglioramento, sia per la qualità della vita, che per la produttività. L’accordo prevede anche più investimenti nella formazione. Oltre alle iniziative formative istituzionali, infatti, i dipendenti avranno diritto a 4 ore al mese per seguire dei piani di autosviluppo, fruibili in orario lavorativo e volti a favorire l’accrescimento personale e culturale.
Marco Mondini, Direttore Relazioni Industriali di WINDTRE, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi del risultato raggiunto con questa intesa, apprezzata anche dai sindacati per il suo carattere fortemente innovativo, che promuove una profonda evoluzione culturale nell’utilizzo dello smart working”.
Credo che in questo accordo ci siano ovviamente vantaggi sia per l’azienda che per i dipendenti. È bello che siano tenute in considerazione sia le esigenze professionali che quelle personali dei lavoratori.
L’organizzazione aziendale si sta evolvendo e in futuro probabilmente ci saranno tanti altri casi come quello di WINDTRE, che oggi rappresenta un esempio importante in Italia, proprio perché ha deciso di puntare sullo smart working come strumento in grado di coniugare la produttività alla sostenibilità.
Ci voleva davvero una pandemia mondiale per rendere più flessibile il concetto di “lavoro”?
In realtà WINDTRE in questo è stata un’azienda davvero innovativa, che utilizzava già lo smart working prima del Covid-19, seppur in forma ridotta rispetto al momento attuale. I dipendenti, infatti, avevano già a disposizione tutto il necessario in termini sia tecnologici che procedurali, per lavorare da remoto.
Ecco perché, fin dal primo lockdown di marzo 2020, i dipendenti dell’azienda hanno potuto vivere questo passaggio allo smart working in modo più facile e meno traumatico. WINDTRE ha supportato anche a livello formativo, fin da quella fase, tutti coloro che avevano necessità di essere inseriti per la prima volta in questa modalità lavorativa.
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