Ormai è cosa nota: il più delle volte, quando se ne vanno, le persone non lasciano le organizzazioni ma i loro manager. La motivazione, il motore delle performance di alto livello, si alimenta e cresce anche grazie al lavoro dei manager sui propri collaboratori. Se il rapporto di stima e fiducia tra capo e collaboratore non nasce o si incrina, se la motivazione viene a mancare, se il clima organizzativo non è dei migliori, spesso non resta che cercare altrove ciò che dà stimoli, soddisfazione e benessere.
Sono troppe le persone che oggi si sentono frustrate nel loro impiego e che, anche in un periodo di forte crisi del mercato come quello attuale, si mettono alla ricerca di un nuovo lavoro, di un contesto organizzativo che sappia dare il giusto valore al contributo del singolo. Di conseguenza, le aziende perdono collaboratori di talento.
Certo non è facile affrontare le nuove sfide della gestione del personale, tra digitalizzazione del lavoro e smart working, ma nessun manager può permettersi di trascurare gli aspetti di cui sopra. Per ottenere il miglior contributo dal collaboratore, questo deve sentirsi ascoltato, valorizzato e rispettato.
Lo stile manageriale è quindi cruciale per qualsiasi organizzazione.
Nel corso del tempo, il concetto di leadership si è evoluto e oggi il focus si è spostato sul ruolo del leader come guida piuttosto che come capo, dall’autorità all’autorevolezza, dal controllo al favorire la partecipazione dei collaboratori nelle decisioni. I repentini cambiamenti del mercato conseguenti alla pandemia hanno palesato anche ai più scettici quanto la leadership efficace sia quella che adatta lo stile di gestione al contesto e che tiene conto delle caratteristiche individuali dei collaboratori utilizzando al meglio il contributo di ciascuno nei vari scenari: chi già adottava questo stile di leadership è riuscito a gestire i cambiamenti con maggiore prontezza ed è stato seguito dai collaboratori che, meno degli altri, hanno subito lo stress del momento.
Sono sempre più numerosi gli interventi formativi per accrescere il livello di efficacia nella gestione delle Risorse Umane: lo stile manageriale può essere migliorato, la leadership è una competenza che può essere acquisita e potenziata. Il manager che rimane ancorato al suo stile autoritario, che non sa valorizzare le caratteristiche e il potenziale del singolo, deve essere consapevole di star correndo il serio rischio di perdere i talenti che fanno la differenza sul mercato.
Poi ci sono anche i manager che hanno le capacità per valorizzare i propri collaboratori e che hanno investito nel miglioramento delle proprie soft-skills ma che sono incappati in una cultura aziendale che ostacola la loro visione perché al vertice c’è chi adotta ancora il vecchio stile di gestione. Che fare in questi casi? Il manager può decidere di adoperarsi per il cambiamento di questa cultura (obiettivo che richiede interventi complessi e tempi molto lunghi ma pur sempre possibile) o scegliere di cercare un’altra azienda, una più in linea con i suoi valori.
L’obiettivo di questo breve approfondimento sullo stile manageriale è quello di far riflettere tutti, manager e collaboratori, sulla possibilità di modificare un vissuto lavorativo poco appagante se non addirittura dannoso per il benessere. Se il lavoro che fai non è appagante o sta provocando in te uno stress eccessivo, sappi che puoi sempre migliorare il tuo stato agendo attivamente sulla situazione.
Non solo nella Consulenza di Carriera, affiancando le persone che cercano un nuovo lavoro, ma anche nella mia esperienza di Psicoterapeuta, noto quotidianamente che un importante indicatore di benessere psicologico è proprio la soddisfazione lavorativa: chi ha problemi nella sfera professionale ha ripercussioni anche nella vita privata. E questi problemi riguardano principalmente la gestione manageriale: feedback non costruttivi ma punitivi, poca chiarezza sugli obiettivi e sulle responsabilità, dinamiche relazionali che creano stress invece che spirito di squadra.
È un dovere del management, oltre che un fattore strategico per incrementare la produttività, pensare al benessere dei lavoratori: perché le organizzazioni, oltre a produrre beni e servizi, producono effetti sui propri dipendenti e questi effetti devono essere positivi!
Ogni persona ha diritto di godere di benessere non solo fisico ma anche psicologico in qualunque contesto di lavoro e lo stile del capo può fare la differenza.
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